Caro Otfried e amici,
molto interessante questo soggetto della 'pantoufle de vair', sia sul piano
traduttologico, che su quello dell'oralita', del sistema dei modelli, della
filologia e tradizione del testo ecc. Per chi come me e' partito dalla
scarpetta addirittura di 'cristallo' (questa la traduzione italiana della
bellissima versione cinematografica di Disney) la questione del vair/verre
non puo' non essere affasciante. La mia sorpresa e' poi accresciuta dal
fatto che anche l'italiano possiede la forma 'vaio' (<lat. varium), con lo
stesso valore del 'vair' francese (pelliccia maculata ecc.). Piu' nota di
'vaio', ahime', e' la forma 'vaiolo', ma l'idea di "gaetta pelle" (ecco un
altro francesismo!) non cambia. Il 'vaio' e' pero' pelliccia elegante e
costosa, degna di alti magistrati. Cenerentola poteva permettersi una
ciabatta cosi' regale, o e' anch'essa il frutto dell'incantesimo che
finisce a mezzanotte? Direi che se e' cosi' la pantofola di vaio e' un
simbolo indiscutibile di regalita' che preannuncia il destino principesco
di Cenerentola, e che il 'verre' fa slittare invece verso il magico.
Massimiliano Chiamenti
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
|