NOTIZIE CERTE DA ITALIANISTICA DE "LA SAPIENZA" DI ROMA
di Armando Gnisci
Sull'ultimo numero (gennaio-marzo 1997) di Nuovi Argomenti tale Arnaldo
Colasanti scrive un editoriale altero ("Il disagio dell'Università
italiana") dedicato a pettegolezzi di terza mano e alla infinita pena che
(gli) fa la Facoltà di Lettere de "La Sapienza". Motivo? "la guerra
fratricida" tra i professori del Dipartimento di Italianistica ed alcuni
ex-professori del Dipartimento stesso (Asor Rosa et alii). Il Colasanti non
fa mai nomi, scrive in uno stile dai registri poco chiari e non si capisce
se intenda farci sapere che lui su questi argomenti ci: piange, ride,
scherza, giudica, ammonisce, filosofeggia ecc. Di fatto, assicura che quando
ha frequentato lui la nostra Facoltà (a.a. 76/77 e successivi) a
Italianistica si facevano cose serie ed eccellenti sotto "il libro della
legge (che) era: la teoria della letteratura" (boh!).
Il tizio conclude esortando noi "studiosi" alla decenza, alla disponibilità
civile e a "ritornare giovani!" (!): caratteristici moniti morali da
posizione di sforzo sfinterico.
Non so che mestiere eserciti il Cosalanti. Forse nessuno. O meglio,
sospetto che operi nel campo della borsa. Come portatore di fardello al
seguito del famoso romanziere fallito e critico inesistente Enzo Siciliano.
Attuale Presidente della RAI, nominato dal Governo del così detto Centrulivo.
Intendo rassicurare tutte le famiglie italiane che pagano tasse per far
studiare figli alla Facoltà di Lettere de "La Sapienza" (E leggano Nuovi
Argomenti o abbiano visto i riassunti del memorabile pezzo di Santicola
apparsi sui più prestigiosi quotidiani nazionali). Ve lo giuro: i vostri
soldi sono spesi in maniera non indegna. La Facoltà e i suoi professori e
cercatori (come scrive Casolanti e/o il suo tipografo) non sono né migliori
né peggiori di vent'anni fa. L'unica novità (assolutamente speciale e che di
peggio non si può immaginare) è che da quasi sei anni abbiamo eletto un
Preside zootecnico che si vanta (sui soliti quotidiani più importanti
d'Italia) (detto tra noi: "La repubblica") di produrre un ineguagliabile
pecorino e scambia arditamente le Lettere con le fave. Egli si chiama:
Emanuele Paratore. Ma, almeno, costui ha tre mestieri; uno di base:
allevatore ovo/bovino, uno nominale: geografo ed uno elettivo: preside.
Chi voglia ricevere altre notizie sicure - e non di terza mano,
"frammentarie e crudeli" (sic) come quelle raccolte e diffuse dal Cola di
Santi - può richiedermelo direttamente.
Armando Gnisci, professore di Letteratura comparata, fax: 06.4991.3684.
e-mail: [log in to unmask]
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