italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
Gentili colleghi,
con la presente vorrei segnalarvi che è aperto fino al 31 luglio il call for papers per il panel “Scenari di potere: immagini della sovranità e pedagogia politica nella tragedia”, all’interno del Convegno annuale dell’Associazione per gli Studi di Teoria e storia comparata della letteratura, dal titolo “Maschere del tragico”, che si terrà a Venezia dal 14 al 16 Dicembre. Il panel verte in particolare sulle implicazioni politiche della scrittura tragica dal Settecento ad oggi. Per partecipare alla selezione è necessario inviare, entro la scadenza stabilita, le seguenti indicazioni all’indirizzo [log in to unmask] : a) Titolo dell’intervento; b) Abstract di lunghezza compresa tra le 1000 e le 2000 battute (spazi inclusi); c) Breve profilo biobibliografico (max 5-6 righe); d) Indicazione dell’argomento-panel al quale si desidera aderire; e) Iscrizione del relatore all’Associazione (già socio dagli anni passati oppure nuova richiesta. Tutte le informazioni necessarie si trovano sul sito del convegno: .
Vi invitiamo a diffondere il testo del panel, che riporto integralmente di seguito, tra colleghi e allievi. Per informazioni vi prego di contattare me ([log in to unmask]), oppure l’organizzatrice del panel, Tatiana Korneeva ([log in to unmask]).
Un saluto cordiale e buona estate,
Enrico Zucchi
Dottorando in Italianistica
Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Università di Padova
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Scenari di potere: immagini della sovranità e pedagogia politica nella tragedia
Organizzatore: Tatiana Korneeva
La tragedia, fin dalle sue origini, è stata un genere drammatico carico di risonanza politica. Se la sua funzione era, da una parte, quella di fungere da raccordo tra il potere e il suo interlocutore, dall’altra, la tragedia rappresentava una forma del discorso politico, un genere all’interno del quale venivano elaborati e perpetuati dei fondamentali “scenari di potere” (Richard Wortman).Se lo studio di Louis Marin sulla semiotica dell’assolutismo ha sottolineato quanto fosse centrale la performance per la costruzione della sovranità, le ricerche di Stephen Orgel, Roy Strong, Jean-Marie Apostolidès e Stephen Greenblatt sul rapporto che la politica intratteneva con il teatro hanno messo in evidenza come il potere si configurasse di fatto come l’effetto della rappresentazione.
Proprio nel Settecento il teatro diventa il massimo contenitore delle espressioni sociali in pubblico e il campo di allenamento per la formazione dell’autentica sfera pubblica politica, tanto che la tragedia parrebbe configurarsi talora come un sottogenere del discorso politico. Sulla scorta delle ricerche di prospettiva storico-sociologica che prendono le mosse dall’opera ormai classica Storia e critica dell’opinione pubblica (1962) di Jürgen Habermas, il panel vuole esplorare varie questioni legate alla rappresentazione del potere nelle tragedie e le implicazioni che essa può avere dal punto di vista della funzione dello spettatore nonché i temi della natura del potere politico, dei rapporti tra l’individuo e società, tra la ‘ragion di stato’, l’ordine socio-politico e la moralità privata.
Si auspicano di conseguenza interventi incentrati, ad esempio, sulla natura dei soggetti politici della tragedia settecentesca, talvolta tratti dal mito greco (Antigone), talaltra dalla storia romana (Virginia, Catone, Bruto), ma in qualche caso efficacemente anche dalla storia nazionale medievale e moderna (Wilhelm Tell); sull’effettiva portata sovversiva delle tragedie antitiranniche prodotte in coincidenza con i moti rivoluzionari, dalla rivolta di Masaniello al periodo giacobino; sul compito di educazione politica che veniva assegnato ad un teatro tragico finalmente rivolto ad un pubblico vasto e non necessariamente erudito. A partire da queste esperienze si auspicano interventi anche sul periodo successivo, sulla formazione della coscienza nazionale, sulle diverse forme del teatro engagé, sull’eventuale resistenza del ruolo sociale della tragedia nella contemporaneità.
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