Roberto Pasanisi, Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la
modernità, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali,
2000, pp. 176 (Prefazione di Constantin Frosin; Postfazione di Carmine Di
Biase)
«Ci sia permesso questo avvicinamento tra l'Umanesimo enciclopedico di
Roberto Pasanisi e quello di Mircea Eliade, che abbiamo eletto per
rappresentare qui questa nozione ideale di un'esperienza apparentemente
irrealizzabile. In effetti, il nostro amico Pasanisi illustra in maniera
convincente la nozione di sapienza (che noi gli troviamo a furia di leggere
la sua opera già impressionante...) definita da Proust il più chiaramente
possibile. Dubitiamo che Proust abbia avuto presente anche un senso
figurato, ma per quanto riguarda Roberto Pasanisi riteniamo che nessuno più
di lui potrebbe fare questo percorso, questo grande periplo attraverso la
cultura del mondo, a partire dall'antichità greco-romana alla poesia di
questa fin de siècle. Un vero excursus, per non dire incursione, negli
strati quasi primordiali, nel fondamento del pensiero umano: che non gli
impedisce in alcun modo di giungere agevolmente alle vette della sapienza di
tutti i tempi, impossibili per la maggior parte di noi. In primo luogo, vi
diciamo che l'opera dell'autore in questione, almeno i suoi poemi e i suoi
saggi, è vista qui, nel Sud dell'Europa centrale, come un'opera solida, di
valore sicuro, portatrice di un messaggio chiaro, che arricchisce, di cui
bisognerà tenere conto nell'evoluzione ulteriore di questi generi. [...]
Dobbiamo ammettere che la quotazione di quelle riviste è aumentata dall'oggi
al domani, dopo la pubblicazione di questi saggi. La serietà, la
documentazione di una stupefacente vasta estensione, cosa piuttosto rara ai
giorni nostri, la novità delle idee avanzate, l'audacia stessa di taluni
saggi inclusi in questo volume (la quale talvolta rasenta la cancellazione
di tabu, vicino ad una iconoclastia nel senso positivo della parola) fanno
sì che il volume si legga come una meta-narrazione ad alto livello, d'un'
eleganza espressiva e d'una chiarità / concisione d'idee che lo rendono
indispensabile ad ogni ricercatore o, semplicemente, amatore di poesia o
lettore di una critica solidamente ancorata nel mondo dei valori. Eccoci
dunque davanti ad un'opera complessa, di grande finezza esegetica, segnata
dalla capacità dell'autore di affrontare con evidente competenza ed una
deliziosa compiutezza filologica i grandi temi del patrimonio culturale
universale, non soltanto italiano [...]. Diciamo piuttosto che l'autore è un
vero enciclopedista moderno, viste le sue molteplici preoccupazioni, al
punto che si potrebbe addurre che la sua interdisciplinarità è
pluridisciplinare (sic!). Lo sguardo del saggista si volge verso la
condizione umana e, allo stesso tempo, verso la sua complessità e
profondità, proponendo il ritorno ai valori fondamentali dell'umanità, che
solo l'arte e la letteratura (grazie soprattutto alla poesia...) sono all'
altezza di illustrare e conservare, ovvero trasmettere alle generazioni a
venire. Perfino ad avvertirle, talvolta... Giacché i testi mettono a nudo la
decadenza etica e spirituale della vita quotidiana, anche quella della
cultura occidentale considerata nel suo insieme. Noi, il lettore di questi
saggi, abbiamo seguito da vicino quello sguardo, a volte sinuoso, a volte
labirintico, e ciò che abbiamo scoperto per caso dalle nostre letture ci
spinge a proporvi questo eccellente volume, non fosse altro che per
incitarvi a riflettere e sull'epoca in cui viviamo, e su quella in cui ci
condurrà il nuovo millennio. Fatene dunque, finché c'è tempo, il vostro
pane, e ne farete alla fine le vostre delizie: che non è affatto male per un
libro di saggi.»
(dalla Prefazione di Constantin Frosin, Università Statale "Il Basso
Danubio", Galati, Romania)
«Nel rischio cioè di una tecnologia schiavizzante e di un potere prepotente
ed occulto, sotto le apparenze fantasmagoriche di una sedicente "democrazia
del consumo" che coinvolge anche la cultura, si oppone - con convinta
coscienza letteraria e stilistica - questa attenta, significativa linea
saggistica inventiva di Roberto Pasanisi. Un testo che si presenta con
scelta di 'situazione' culturale decisa che, negli stessi risvolti 'polemici
', conserva coerenza di discussione critica: come è evidente già dal titolo
della raccolta, Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la
modernità: dove quel "contro" postula e ricerca una ragione coerente di
'verità', al di là di posizioni acquisite o meno. Un'esigenza, quindi, di
vera libertà creativa: nella fiducia di un'arte, soprattutto la poesia, che
conservi sempre "una delle libertà e delle audacie con cui la nostra epoca
riesce a sfuggire alle catene della funzionalità". Per una più autentica
ricerca del vero: nel campo del pensiero e dell'arte di sempre.»
(dalla Postfazione di Carmine Di Biase, Istituto Universitario "Suor Orsola
Benincasa", Napoli)
Sommario
Constantin Frosin, Il destino attuale del male di vivere (da un punto di
vista pasanisiano)
I. L' 'uomo-massa' e la 'morte della bellezza': la coscienza dell'Occidente
alle soglie del nulla
II. Il poeta tra le rovine. Fra 'civiltà di massa' e 'morte dei valori' una
via oltre la modernità
III. «La ragione è diventata irrazionale e stupida»: 'falsa soggettività',
'industria culturale' e totalitarismo «al culmine del processo di
razionalizzazione»
IV. Gli inferi e il paradiso: la 'diversità dell'artista' e la 'morte dell'
amore' nella volgarità del mondo moderno
V. La forma della bellezza: la genesi della poesia di Mallarmé come specimen
della lirica moderna
VI. Per una nuova scienza: teoria della Metroanalisi
VII. La 'ripetizione creativa'
VIII. La 'ripetizione onirica': la rima del Poema Paradisiaco fra
Psicoanalisi e Metricologia
IX. Il 'significante onirico': appunti per una Metroanalisi
X. Alla Nutrice: Metroanalisi d'una lirica 'paradisiaca'
XI. Hortus conclusus: altra Metroanalisi d'una lirica 'paradisiaca'
XII. Giorgio Caproni: l'assoluto e le cose
XIII. L' 'età dell'innocenza'. L' 'epica del quotidiano' sul discrimine
sublime fra realtà e desiderio
XIV. Ricerca linguistica e tradizione
XV. I segni dell'incanto: la 'poetica della luce'
XVI. La poesia si aggira tra gli orrori delle metropoli, braccata dalla
modernità
XVII. Il caos e l'eticità: un modello di poesia post-moderna
XVIII. Nostalgia dell'altrove: la poesia neo-umanistica
XIX. Trovarsi: una 'poetica del quotidiano' alla ricerca del Sé perduto
XX. L'idillio infranto: uno specimen di poesia neo-provenzale
XXI. Le ragioni del sogno e della fede
XXII. Il tormento e l'estasi: 'amore' e 'morte' nel nome delle cose
XXIII. Rassegna di poesia contemporanea
XXIV. La poesia nelle riviste
XXV. Rassegna di saggistica sulla poesia contemporanea
Carmine Di Biase, Postfazione
Note
Roberto Pasanisi, italianista, poeta, narratore, editore, psicoterapeuta e
giornalista, è nato a Napoli nel 1962.
È Direttore e Presidente dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli (Ente
di rilievo della Regione Campania), Direttore della rivista internazionale
di poesia e letteratura "Nuove Lettere" e del CISAT (Centro Italiano Studî
Arte-Terapia) di Napoli (presso il quale è analista didatta), Visiting
Professor presso varie Università e Rettore del Libero Istituto
Universitario per Stranieri "Francesco De Sanctis" (LIUPS), dove è
professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea e di Psicologia
dell'arte e della letteratura. È membro del Comitato di lettura delle
collane editoriali dell'Istituto (dirigendone, in particolare, quelle di
poesia).
Ha pubblicato tre volumi di versi (il più recente è Sulla rotta di
Magellano), due volumi saggistici e circa duecento articoli in riviste
specializzate italiane e straniere attinenti specialmente alla metricologia
(nell'àmbito della quale ha ideato la Metroanalisi) e alle applicazioni
della psicoanalisi alla letteratura e, come autori, a Lorenzo Spirito
Gualtieri e al D'Annunzio del Poema Paradisiaco, nonché a poeti italiani del
Novecento (Caproni specialmente) ed a Mallarmé.
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