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Richard Landes wrote:

>i recently attended a conference where there was some mention of the
>primacy of public confession in the early middle ages.  can anyone explain
>what that means in practise?
>
>are people expected to engage in genuinely honest confession in the
>presence of neighbors, even of enemies? (in which case is this
>radically different from any form of social interaction that we know?)


    Dear Mr. Landes,

   apologies for writing my answer in italian but I have no time to
translate it now (I am too tired and I'm going to bed; but I hope you can
read italian!) :

    No, in realta' nessuno parlava davvero dei suoi peccati personali, in
pubblico. Come si ricava dalle formule di penitenza pubblica altomedievali,
nella pubblica confessione era prevista prima la recitazione di una serie
di peccati molto generici, che i fedeli recitavano tutti insieme (appunto
secondo la formula), poi qualche momento di silenzio in cui ciascuno
mentalmente confessava i propri peccati. Veniva infine impartita
l'assoluzione. Una descrizione abbastanza dettagliata di questa pratica e
di tutto il cerimoniale si trova in Ehrismann, _Geschichte der deutschen
Literatur des Mittelalters_ (nel capitolo appunto dedicato alle formule
penitenziali; non ho il libro qui e quindi non posso indicare le pagine
esatte).

   Regards

           Annalisa

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                               Annalisa Bracciotti
                            Università di Udine
                             E-Mail   [log in to unmask]





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