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italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies

Session proposal for the SIS Conference, University of Hull, 27-30 June 2017





‘La psicoanalisi tra applicazione metodologica e tecniche interpretative’



La psicoanalisi, con le sue dinamiche e i suoi nodi teorici, ha
caratterizzato profondamente un'ampia parte delle narrazioni moderne e
contemporanee, divenendo in molte occasioni, soprattutto in ambito critico
ed interpretativo, strumento di decifrazione di opere letterarie, di
processi narrativi e di strutture implicate nella costituzione di
personaggi o situazioni all'interno di una narrazione, sia essa in prosa o
in versi. Questo panel si propone di indagarne le molteplici sfaccettature
legate alle modalità interpretative di stampo psicanalitico, mettendo in
evidenza come queste possano illuminare zone d'ombra all'interno di un
testo, o fornire delle interpretazioni critiche alternative e/o
complementari rispetto a metodi d'indagine strettamente legati alle forme
“pure” della testualità (come ad esempio la critica stilistica).







Mario Cianfoni (Sapienza – Università di Roma), ‘«Nell'inferno duplice e
semplicissimo». Sdoppiamenti, dispersioni e “simmetrie”: per
un'interpretazione psicanalitica di *Dall'Inferno* di Giorgio Manganelli’.

Nel corso di questo intervento si metteranno in luce i vari processi
narrativi, interpretabili in chiave psicanalitica, che figurano paradigmi
di sdoppiamento, moltiplicazione e dispersione dell'io nel romanzo
*Dall'Inferno* (1985) di Giorgio Manganelli. Analizzando diversi passi
narrativi soffermandoci soprattutto sulle figure del “cerretano” e della
“bambola” (i quali si pongono come personaggi contrastivi rispetto al
protagonista-autore, ma anche un suo ambiguo e coincidente riflesso) si
mostrerà come la logica dello sdoppiamento e della metamorfosi siano
funzionali sia ad una parziale costruzione dell'io sia ad una sua totale
disgregazione. Tale procedimento narrativo consente un'interpretazione che
può prendere avvio dal pensiero di due maestri della psicanalisi, entrambi
fondamentali ma, per certi aspetti, abbastanza differenti tra loro: Ignacio
Matte Blanco e Jacques Lacan. Nel corso dell'analisi si rileverà anche come
tutto l'impianto linguistico e logico-sintattico del romanzo risponda ad un
paradigma di duplicità, implicazione, questa, ben individuata e
fondamentale nel pensiero analitico ed interpretativo di Lacan  e Matte
Blanco, perciò aderente ad un'interpretazione critica del romanzo verso
questa direzione. La presenza ricorsiva e non neutra di congiunzioni ed
avverbi con valore negativo o dubitativo (come ad esempio ma, non, sebbene,
anche se, ecc.) crea diversi piani di dispersione, nei quali una frase o un
insieme di concetti può assumere contemporaneamente lo statuto di
affermazione o negazione, di identità o di differenza, proprio come accade
nel paziente in analisi nel momento del racconto e della ricostruzione
della sua esperienza traumatica (soprattutto per quel che riguarda la
pratica lacaniana). Questo particolare procedimento risulta essere un gioco
di specchi volto a rafforzare un piano di ambiguità generale (elemento
cardine sia in Matte Blanco che in Lacan) già presente, per altro, nella
caratterizzazione dei personaggi.



Francesca Medaglia (Sapienza – Università di Roma), ‘Forme e significati
della scrittura a quattro mani: tra allegoria e psicoanalisi. *Fuoco grande*
di C. Pavese e B. Garufi e *Pelle d’asino* di A. Giuliani e E. Pagliarani’.



Questo intervento ha lo scopo di indagare la questione delle forme e dei
significati della scrittura a quattro mani, con particolare riferimento a
due elementi caratteristici della modernità e della contemporaneità, quali
l’approccio psicoanalitico e quello allegorico, che si situano in questo
solco temporale sia dal punto di vista culturale, sia da quello sociale. Lo
studio dell'approccio psicoanalitico e di quello allegorico in relazione
alla letteratura a quattro mani, infatti, consente da un lato cogliere in
maniera problematica il rapporto tra autore plurimo e contemporaneità,
dall’altro di evidenziare la validità o meno di tali metodologie analitiche
in relazione a tale complessa prassi scrittoria.

Per quel che concerne *Fuoco grande* di C. Pavese e B. Garufi e *Pelle
d’asino* di A. Giuliani e E. Pagliarani risulta che l’approccio
psicoanalitico non si dimostra funzionale: infatti emerge come in presenza
di opere composte a più mani tale approccio tenda ad annullare la
moltiplicazione e creolizzazione degli autori e a riportarli alla marca del
singolo *self*. Dunque si possono individuare, all’interno delle opere,
solo degli elementi psicologici presumibilmente derivanti dall’allegoria
quale costruzione enigmatica, che acquista animazione dalla tensione
interna e tende a scomporsi in un contrasto asimmetrico, sproporzionato,
agitato dal ritorno del represso. Al contrario, l’approccio allegorico (sia
come *intentio operis*, sia come costruzione premeditata) è risultato
funzionale all’analisi di entrambe le opere, in quanto rivela una maggiore
flessibilità atta ad indagare una scrittura tipologicamente plurima.







Stiamo cercando uno o più interventi che si colleghino al tema proposto. Si
prega di inviare un breve abstract in italiano o inglese (250 parole)
e una breve
nota biobibliografica a Mario Cianfoni ([log in to unmask]) e
Francesca Medaglia ([log in to unmask]) entro il 18 novembre 2016.
Si invierà una risposta sull’eventuale selezione entro il 21 novembre.



Grazie e cordiali saluti,



Francesca Medaglia e Mario Cianfoni

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