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italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies


Caro Adam,
per l'interpretazione del quantunque sarebbe interessante consultare un dizionario sotrico-etimologico che ripercorra anche la storia del significato del termine:
in che secolo "quantunque" ha iniziato a significare "per quanto"? purtroppo al momento non sono in italia e quindi lontano dagli strumenti che di solito utilizzo.
Questo potrebbe risolvere una volte per tutte il problema di interpretazione del passaggio.

La tua parafrasi del verso 8 e le conseguenze che ne trai mi sembrano perfettamente legittime.

Per quanto riguarda il verso 11, come ben dici la Stampa non ci dà nessun indizio che ci possa far pensare ad un “io sola non sento le pene – le altre donne invece sì – però meno di me”Mi sembra piuttosto trattarsi di un assunto, di una constatazione il cui statuto di verità non venga mai messo in discussione, 
e lo statuto di relatività nemmeno considerato.

Buon lavoro!


Paolo Bellomo



> Date: Mon, 24 Jan 2011 17:46:47 +0000
> From: [log in to unmask]
> Subject: Re: [I-S] Gaspara Stampa - sonnet 32
> To: [log in to unmask]
> 
> italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
> 
> Grazie Paolo,
> Una scoperta geniale!
> 
> Dunque, a proposito di questa poesia, ci sono forse due sensi possibili di “quantunque”.
> 
> Il primo -- “Per quanto”.
> Si può leggere così la seconda quartina?
> “Per quanto fossero oppure saranno donne amorose, nessuna ebbe mai sentito né sentirà le pene....” [per causa della “virtù”]
> 
> Oppure il secondo -- “quante possano essere”.
> Quindi, si può leggere la quartina così?
> “Quante donne amorose potessero essere nel passato oppure possano essere nel futuro, nessuna, ecc”.... [per causa della “virtù”]
> 
> Ci sono ancora un paio di punti dubbiosi.
>  
> Nel verso 8 – (“che sentisser giamai né fian, né fûro”)
> Non si può parafrasarlo così? - “non ci saranno né furono mai [donne] che sentissero [le pene]”. 
> In questo verso, la poetessa non c’è. Ella non si mette in contrasto con altre donne. 
> 
> Non è vero quindi che la seconda quartina conferma la proposizione della prima? 
> E subito dopo si legge che la virtù d’essere amorosa estingue le pene d’amore. Quindi, dolore non c’è, oppure la donna amorosa non lo sente appena.
> 
> Poi (verso 11) si arriva a quello problema della terza persona: secondo me, il verso non può significare che “io sola non sento le pene – le altre donne invece sì – però meno di me”. 
> Mi sembra che significhi “noialtre donne tutte non sentono nessun pena.”
> 
> Di nuovo, grazie
> Adam
> 
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