Giampaolo Dossena chiama DIGARIBAL "quella lingua inventata in cui, partendo
da un italiano normale, si taglia in due fette ogni parola, e si sposta la
sillaba finale in testa" (G.D., Dizionario dei giochi con le parole, Milano,
Garzanti/Vallardi, 1994, p.125). Poi cita un esempio da Bernardino
Biondelli, Studi sulle lingue furbesche, Milano, Civelli, 1846, p. 22:
La lingua furbesca e' parlata da' monelli
Al gualin scabefur e' talapar ad linemo.
Infine ci informa che "parlano cosi' alcuni personaggi di un romanzo di
Giuliano Scabia", rimandando a due suoi articoli su "Il Venerdi' di
Repubblica" (di cui parlava Pagliaro) nei nn. 265 e 272 (1993).
Ancor oggi a Mendrisio (Canton Ticino) si parla un gergo chiamato "larpa
iudre", il cui nome "risulta dall'anagramma di "parla'" (parlare) e dalla
sostituzione, nel termine dialettale "indre'" (indietro), della lettera u
alla n, che e' simile alla u nella scrittura veloce. Parole in "larpa
iudre": "ntinaca" (cantina), "delfra" ("fradel": fratello)"(Bice Mortara
Garavelli, Manuale di retorica, Milano, Bompiani, 1994, p.131). Vedi anche
Franco Lura', Il dialetto del Mendrisiotto, Mendrisio, Unione di Banche
Svizzere, 1988.
Utisal
Andrea Martines
Dottorando di ricerca in
Scienze Letterarie (Letterature Comparate)
Universita' di Roma III
tel. 06/9410376
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