Gentile Gnisci,
ho letto quanto ha voluto comunicare ai membri di questa lista. In questa
sua comunicazione non ho letto nulla a proposito del comportamento dellA
Serbia. Puo' comunicare ai suoi colleghi che l'hanno ascoltato anche in
altre occasioni che cosa pensa di quello che La Serbia sta facendo
soprattutto nel Kosovo? La prego di essere chiaro e semplice. Gli
"esuli" italo-amemricani negli Stati Uniti, e altri ancora al di fuori
dell'Italia, sono abituati a un linguaggio, diciamolo alla italiana,
trasparente.
Sempre disposti al dialogo.
Dino S. Cervigni
Annali d'Italianistica
UNC-CH, CB # 3170
Chapel Hill, NC 27599-3170
http://metalab.unc.edu/annali/
fax: (919) 962 5457
home (919) 942 3582
On Tue, 20 Apr 1999, Armando Gnisci wrote:
> Date: Tue, 20 Apr 1999 08:10:39 +0200
> From: Armando Gnisci <[log in to unmask]>
> Reply-To: [log in to unmask]
> To: [log in to unmask]
> Subject: guerra in Serbia
>
> Grazie della collaborazione e saluti da Armando gnisci.
>
>
> 19 aprile ’99
>
> Illustre Direttore Scalfari,
> Il Suo giornale è ricco di pareri sulla guerra nei Balcani
> espressi da grandi intellettuali stranieri e italiani. Sostengo che
> specialmente quelli italiani danno tutto il senso della vanità parassita e
> mercenaria prodotta oggi dalle "menti" occidentali. Una vanità che stende
> la sua pasta tra un estremo segnato dal cinismo (ormai) trascendentale di
> Asor Rosa – del quale segnalo la sentenza: "Lasciamo perdere i casi
> africani: milioni di neri privi di qualsiasi identità la cui presenza sulla
> faccia della Terra non può davvero interessare nessun essere civilizzato"
> (6 aprile, prima pagina di "Repubblica"), che costituisce la vetta del suo
> imperturbabile trascendentalismo del disumano – e l’altro estremo occupato
> dalle fumisterie di Ceronetti: karma, sperma, sfingi, destino...(18 aprile,
> sempre in prima pagina).
> Io sono un intellettuale marginale e in esilio nell’Occidente dove nacqui,
> crebbi, vivo e lavoro. Per me – e non solo per me – la punizione
> distruttiva ( più che "guerra") che stiamo infliggendo alla Serbia in nome
> della libertà degli albanesi del Kosovo rappresenta un passo importante e
> nuovo nella strategia dell’imposizione del "nuovo ordine mondiale" che la
> macchina globale del profitto capitalista, guidata – nel senso della guida
> dell’autista, non della guida spirituale, ideologica o politica – dai
> pupazzi della Casa Bianca, del Congresso e del Pentagono, sta realizzando
> sul pianeta e contro la specie umana, anche nel cuore dell’Europa e con la
> complicità coatta e grottesca delle socialdemocrazie di Eurolandia. Chi
> legga Le Monde diplomatique può avere qualche argomento per potere, se
> vuole, accedere a questa prospettiva; o per lo meno, può sapere che esiste
> anche questo tipo di analisi critica in Occidente.
> Da intellettuale europeo che si ribella al "nuovo ordine" e cerca di
> mantenere attivo l’impulso e inesausta la responsabilità della rivolta
> contro il senso di una schiacciante impotenza soggettiva e contro l’inferno
> "democratico" che lo circonda, nella mia misura cerco di andare oltre
> l’analisi critica e il pacifismo impotente e di proporre una forma di
> opposizione civile, trascurabile, lo so bene, ma spero condivisibile e
> assecondabile da qualcuno: io dichiaro il mio embargo agli Stati Uniti
> d’America.
> Nell’immediato e in concreto: ritiro i miei scritti da tre volumi
> collettanei in corso di pubblicazione dall’Università di Bloomington
> (Indiana), da quella di Miami (Ohio) e da quella dello Iowa; ritiro la mia
> partecipazione ad un Convegno del prossimo ottobre organizzato dal
> Darthmouth College sulla East Coast. Continuerò a collaborare con lo
> scrittore kenyota Ngugi wa Thiong’o (New York) e con lo scrittore somalo
> Garane Garane (South Carolina), esuli negli States. Aggiungo che nel 2001
> conto di andare a lavorare, in congedo dalla mia, presso l’Università di
> Cotonou in Benin e presso quella di Ouagadougou in Burkina Faso. Poca,
> pochissima cosa? questa è la nostra povertà. Ma è più del niente della
> disperazione e dell’indifferenza e infinitamente di più del decesso della
> mente e dell’azione critica in Occidente.
> Mi figuro la smorfia glaciale sottobaffo di Asor Rosa e Ceronetti fare
> spallucce alzando le cornee al cielo. Cerco di osservarli con la pupilla
> destra di Marcos e con la pupilla sinistra del Budda.
> Suo Armando Gnisci
> (professore di Letteratura comparata a "La Sapienza")
>
>
> Via delle Costellazioni 183, 10/B
> 00144 Roma
> e-mail <[log in to unmask]>
>
>
>
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