[Source:
http://www.racine.ra.it/centrodantesco/italiano/CasaDanteAbruzzo1998.htm]
Istituto di Studi e Ricerche Casa di Dante in Abruzzo
Castello Gizzi - Torre de' Passeri (Pescara)
http://mars.unich.it/dante.attiv.html
Direttore responsabile:
Corrado Gizzi, v.le A. Vespucci, 76 - 65126 Pescara - tel. 085.63778
Mostra di Pittura
AMOS NATTINI E DANTE
(settembre - novembre 1998)
comunicato stampa
La Casa di Dante in Abruzzo dedichera' la mostra del prossimo settembre ad
Amos Nattini (Genova 1892 - Parma 1985).
Dopo aver frequentato per breve tempo la scuola di nudo nell'Accademia
Ligustica e a lungo i corsi anatomici dell'universita' di Genova,
l'artista, appena diciannovenne, esordisce pubblicamente illustrando sette
delle dieci Canzoni della gesta d'oltremare di Gabriele d'Annunzio,
ottenendo un grande successo di critica. Con I'Immaginifico visse due anni
a Parigi, subendo il fascino del suo estetismo e della sua sensualita', che
orientarono in modo determinante la sua produzione artistica.
Tornato in Italia, frequenta il Vittoriale e ritrae il Vate sul letto di
morte. Ingegno poliedrico ed eclettico, seppe temperare gli stimoli
dell'estetismo dannunziano, del simbolismo floreale e dell'espressionismo,
con lo studio di Signorelli e Michelangelo. Incoraggiato anche da
d'Annunzio, dedico' gran parte della sua esistenza allo studio di Dante,
realizzando in venti anni cento illustrazioni della Divina Commedia, con la
tecnica dell'acquerello su carta, e curando contemporaneamente la
pubblicazione di tre monumentali volumi della Divina Commedia. Le
illustrazioni sono da lui presentate con il nome di "Imagini" (con una
grafia d'epoca), nel senso di figurazioni in ambito mnemonico, fantastico,
affettivo, o forse, piu' propriamente, nel senso di visioni. Man mano che
venivano realizzate, le Imagini erano esposte nelle piu' grandi citta'
italiane, riscuotendo, da parte del pubblico e della critica, stupore,
ammirazione e commozione. Le prime nove Imagini furono esposte a Firenze
nel 1921 e presentate da Ugo Ojetti. L'esposizione fu ritenuta un
avvenimento e la manifestazione piu' importante tra quelle programmate per
il secentenario della morte del Poeta. Di fronte alle rivelazioni del
singolare artista, appena trentenne, scomparivano, secondo il presentatore,
tutti i precedenti illustratori di Dante, dai miniaturisti del secolo XIV
allo Scaramuzza. L'intera prima cantica fu realizzata nel 1930 e i
trentaquattro
acquerelli furono esposti a Parigi, alle Tuileries, il 21 aprile 1931, per
iniziativa di un comitato italo-francese, presieduto da Albert Besnard,
dell'Accademia di Francia. Il successo della mostra non ha precedenti per
il numero di visitatori che ha richiamati e si verifico' una cosa mai
successa prima: la direzione dei musei nazionali fu costretta a sospendere
la vendita dei biglietti, tanta era la folla intorno alle Imagini. Le
grandi sale erano gremite di artisti, giornalisti, pittori, scultori e
critici francesi, inglesi, russi, americani, polacchi e artisti di tutto il
mondo. Le cento Imagini dantesche, con la monumentale edizione della
Commedia, furono esposte per la prima volta a Ravenna nel 1957, nei
chiostri francescani, presso la tomba di Dante.
Dopo la grande impresa dantesca, Nattini si ritiro' a Oppiano, un borgo di
Collecchio in quel di Parma, in un ex convento benedettino che era stato
acquistato dal suo nonno materno. Nello splendido isolamento del rustico
quadrilatero a lato del campanile, s'immerge piu' che mai nel lavoro. Assapora
"fra gli argini del Taro e le golene del Po, il silenzio dei campi, il
quieto scorrere delle acque, la pace di una terra addormentata e senza
confini" (Claudio Cesari). E gli spettacoli della natura risvegliano il suo
vasto registro di possibilita' creative, con un repertorio di immagini, di
scenari stupefacenti e di vedute fresche e immacolate delle montagne, in
una gran varieta' di temi: il nudo femminile, i problemi agresti, le
attivita' umane, la ricostruzione pittorica di vicende storiche e il
paesaggio, di ambientazione tradizionale, ma elaborato in maniera
esuberante e con un sentimento poetico cosi' spiccato, da renderlo
commovente e indimenticabile.
Rivivendo la lezione del Canaletto, di Luca Carlevarijs e dell'olandese
Gaspar van Wittel, Nattini accantona il paesaggio fantastico per
testimoniare la sua fedelta' allo spirito e alla topografia dei luoghi, con
grande sensibilita' e con notevole realismo desciittivo, nell'impianto
prospettico e scenografico delle composizioni e nella resa dei valori
atmosferici e cromatici, frutto di un'attenta osservazione degi scenari
reali e della luce naturale.
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