Caro Gnisci e cari colleghi,
sono sostanzialmente d'accordo perché non credo alle graduatorie assiometriche. Meno pedantescamente, non ho mai ritenuto possibile valutare l'operato degli esseri umani in modo da poter esser certi che uno valga assolutamente più di un altro. 'Assolutamente', si badi, perché relativamente parlando la cosa è facile: uno che mi aiuti mentre sono in pericolo compie un'azione relativamente più utile di uno che si limiti a compiangermi; ma da ciò non è possibile dedurre nulla sull'operato o sul valore di quest'ultimo in altre circostanze. Molti di noi sono insegnanti e certo capiranno come uno studente mediocre che, con costante applicazione, proceda da livelli insoddisfacenti alla promozione mi dia almeno tanta soddisfazione di uno intellettualmente e socialmente meglio dotato che ottenga buoni risultati senza prender lo studio sul serio. Questa mia convinzione può collegarsi alla mia sfiducia per gli assoluti in genere, la mia opinione che sia inutile perseguire il Vero, il Bello e il Buono con l'iniziale maiuscola e sia meglio contentarsi di verità, bellezze e bontà limitate e parziali.
In questo momento un centinaio di giudici internazionali sta cercando di scegliere la migliore automobile del secolo e, perfino nel caso di un oggetto inerte, automobile ma non autocosciente, fabbricato in serie e dalle prestazioni prevedibili, la scelta sarà discutibile e determinata da criteri politici, nazionalistici, commerciali. Se tale graduatoria assiologica è manifestamente assurda nel caso di un oggetto meccanico, quanto più lo sarà nel caso di un essere umano? Il premio Nobel a Fo non significa affatto che Fo sia assolutamente migliore di altri artisti della parola (anche se io personalmente non ho alcuna difficoltà a preferirlo ad alcuni nominati da Gnisci). Significa semplicemente che un gruppo di svedesi, con a disposizione una somma di denaro da regalare, ha deciso per vari motivi perfettamente legittimi dal loro punto di vista e condivisibili da molti altri, di regalarla a Fo. La mia istintiva reazione di fronte a questo fatto, come membro del pubblico di Fo e come italiano, è una di gioia e di piacere. Se una Fondazione decidesse per una motivata ragione di dare un premio, diciamo, a Gnisci, che non conosco personalmente e di cui ho letto poco, sarei ugualmente contento per lui. Compiango francamente quelli che sono incapaci di rallegrarsi di cose del genere.
Buon Natale e Buon Anno a tutti da
Giovanni Carsaniga
<[log in to unmask]>
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
|