Caro Otfried,
concordo quasi in tutto con la sua interpretazione del sonetto (forse)
pignesco.
Mi resta qualche dubbio sui "tersi avori" del v. 9: abitualmente nella
lirica petrarchista l'"avorio" indica il 'candore della pelle', ma c'è un
esempio del Petrarca anche per 'denti' (RVF 131 10 e cfr. la nota di
Santagata).
Non mi pare possibile che "spiega" del v. 12 possa essere un imperativo:
propendo per il periodo ipotetico.
La distinzione dell'"o" del v. 13 dagli "oh" del v. 14 presuppone una
sintassi alquanto approssimativa: al v. 13 si tratterebbe di un vocativo ("o
[tu che per la tua durezza] porti degnamente il nome di un tiranno
[Tarquinio il Superbo] e sei a me nemica") con un brusco passaggio dalla
terza alla seconda persona; al v. 14 si tratterebbe di un'esclamazione con
valore ottativo.
Mi permetto anche di segnalare la aequivocatio del v. 2 ("molce/Molza")
che naturalmente non si puo` rendere nella traduzione. Per giunta, se
l'autore fosse emiliano, potrebbe darsi che pronunciasse [molze].
Cordiali saluti
Danilo Romei
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
|