At 10.36 11/05/97 -0400, you wrote:
>Egregi membri di italian-studies:
>
>Sto avviando la tesi sulla metrica dantesca ad un buon fine, ed adesso che
>mi sono iscritta a questa lista vorrei fare un sondaggio che servira' alla
>mia ricerca. Se potrete cortesemente rispondermi, saro' molto grata.
>
>Vorrei sapere le seguenti cose:
>
>1. Qual e' la forma che preferite usare per l'endecasillabo di Dante? Ci
>sono, per esempio, vari modelli tradizionali dell'endecasillabo maiore e
>dell'endecasillabo minore (la forma preferita dalla maggior parte degli
>studiosi italiani, se ho capito bene), ma ci sono altri varianti proposti
>di recenti, come quelli di Di Girolamo (# P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8
>P9 P10 # (s(s)) e di Roman Jakobson. Potreste mandarmi per e-mail a) la
>forma che Voi, personalmente, preferite e 2) la forma che i Vostri maestri
>Vi hanno insegnato quando studiavate Dante al liceo?
>
>2. Secondo voi, dove caddono gli accenti principali del verso?
>
>3. E' obbligatoria o no la caesura? Se e' obbligatoria, in che senso e'
>obbligatoria? Come una pausa che va rispettata quando uno legge il verso
>ad alta voce? O e' una pausa "virtuale" come quella dell'esametro latino?
>
>4. Quale manuale di metrica italiana preferite usare?
>
>Nell'attesa di Vostre risposte, distintamente Vi saluto.
>
>Mary Refling
>Dept. of Italian
>502 Hamilton Hall
>Columbia University
>New York, NY 10027
>[log in to unmask]
>
>
>
>
>
Mi permetto di consigliarle P. G. BELTRAMI, La metrica italiana,
Bologna, Il Mulino, 1991 (per una trattazione organica della metrica
italiana) e F. BAUSI - M. MARTELLI, La metrica italiana. Teoria e
storia, Firenze, Le Lettere, 1993 (per una trattazione storica). In
entrambi trovera` una copiosa bibliografia dantesca.
I quesiti che Lei pone mi sembrano un po' confusi.
Cordiali saluti
Danilo Romei
[log in to unmask]
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