Rispondo, nell'ordine di apparizione e per interlocutore virtuale, ai vari
quesiti o interventi sulla mia ricerca di fonti segneriane:
1.
Caro Otfried,
Valerio Massimo è stato incluso nella lista di possibili fonti vagliate
senza fortuna (non da me, ma -- lo ripeto -- dall'autore di un capitolo del
libro su Segneri di cui sono uno dei due curatori) solo perché i suoi
Factorum et dictorum memorabilium libri è uno di quei testi che contengono
una grande quantità di aneddoti simili, anche se non vi si trova nulla su
Milone.
Riguardo a una possibile commistione con la storia di Sansone: dubito che
un predicatore gesuita, attento lettore della Bibbia e cauto nell'usare le
fonti sacre, potesse applicare a un Milone tratti di un personaggio biblico
senza avvertirne il lettore. Nota che altrove egli non si ferma davanti
alla possibilità di citare casi di ubiquità nelle due tradizioni, classica
e cristiana (Ermotimo e San Tommaso), ma ogni particolare è specificato nei
suoi dettagli e la distinzione fra i due personaggi è sempre chiara di
fronte al lettore.
2.
Caro Paul,
come tu stesso hai riconosciuto nel secondo messaggio, in risposta
all'intervento di Otfried, "il semplice buonsenso e la lunga pratica della
cultura rinascimentale e barocca suggeriscono [...] che il Segneri, sì,
avrebbe quasi certamente attinto a fonti scritte [...] nel dipingere il suo
Milone".
Non solo, ma se un predicatore (o un autore) vuole violare la regola che si
è generalmente imposto, di fondare i suoi exempla sulla storia o la
letteratura, e creare una variante, lo segnalerà al suo pubblico, perché
altrimenti la sua auctoritas e quindi la sua credibilità ne soffrirebbero.
Ora, non c'è nessun indizio, nel breve aneddoto segneriano, che si tratti
di un exemplum fictum o di una riscrittura o di una invenzione, avvenimenti
che sono altrove segnalati esplicitamente nelle prediche. Inoltre, sempre
seguendo il buon senso, Segneri non avrebbe intrapreso una variazione sul
tema della vita di Milone limitandosi a due righe, ma avrebbe introdotto
una narrazione più lunga, fiorita e moraleggiante. È chiaro, se si legge
attentamente il passo, che Segneri dà per scontata la conoscenza
dell'episodio, di cui egli si limita a tracciare per sommi capi un
dettaglio, quella della resa di Milone alla "debole femminella da lui
diletta".
Con i miei saluti e un ringraziamento a chi ha preso in considerazione il
problema da me posto,
Andrea Fedi
[log in to unmask]
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