italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
Mi permetto di intervenire su quanto detto finora proprio perché
l'argomento mi obbliga a non stare zitta. "La Sapienza", come qualsiasi
altra istituzione, DEVE garantire un sapere critico e laico.
Il rifiuto espresso da studenti e docenti dell'invito delle gerarchie
vaticane è certo un evento importante soprattutto perché accaduto nella
città di Roma.
La reazione legittima non solo dei professori e studenti ma di donne,
lesbiche, gay, trans che rivendicano e affermano la libertà di scelta sulla
propria vita, sul corpo e sulla sessualità, è un fatto importante.
Mi domando se un letterato o uno studioso debba essere cosciente di ogni
forma di limitazione di un pensiero critico: a questo rispondo che, se la
letteratura è l'espressione dell'individuo e della società in cui viviamo,
allora sì c'è bisogno che ognuno di noi si prenda qualche responsabilità.
Questo è ciò che ho imparato nei libri di Storia e nei testi di
letteratura.
E poi fioccano in queste ore le accuse di intolleranza o oscurantismo al
contrario. Teorizzare un oscurantismo al contrario rivela l'idea che ci sia
qualcuno per cui è legittimo e scontato, direi quasi normalmente accettato,
praticare un oscurantismo per diritto.
Replicava James Baldwin, a chi accusava il movimento per i diritti civili
dei neri di "razzismo al contrario", che non può esserci razzismo senza
potere.
Un caro saluto,
Tiziana
On Jan 16 2008, Cascio, Gandolfo wrote:
>italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
>
>... dare la colpa della decadenza dell'università al Papa!, mi sembra cosa
>alquanto grave, se non perfino miracolosa. Sapere, poi, quello che, in tali
>circostanze, avrebbero pensato Dante e gli altri citati, questo mi sa quasi
>di mistico...
>
> Per questo motivo vorrei ricordare che questa è una mailing-list di
> studi di italianistica. Le opinioni personali su certe tematiche, anche
> per non offendere CHI crede, vanno fatte in altra sede.
>
>
>
>
>
>-----Original Message-----
>From: Scholarly discussions in any field of Italian studies
>To: [log in to unmask]
>Sent: 16-1-2008 15:38
>Subject: [I-S] Lettera dalla Sapienza
>
>italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
>
>Forse arriva un tempo nuovo
>
>Vivo alla Sapienza dal 1964, studente prima, poi precario e poi
>professore. Oggi questa università impossibile da sopportare per la sua
>decadenza, ha inaugurato forse un tempo nuovo: ha rifiutato, docenti e
>studenti insieme, la sua origine, l’ha riscattata e avviata
>all’estinzione: Bonifacio VIII, un papa infernato ancora vivo da Dante;
>e ha rifiutato la sua sudditanza e quella di un’intera nazione alla
>Chiesa cattolica apostolica romana e al suo capo, rappresentante
>visibile di un dio invisibile. Una situazione antichissima e unica al
>mondo che ci condanna alla decadenza e alla perversione storica.
>Sapienza di Roma rifiuta il papa nel gennaio 2008: è un tempo nuovo che
>arriva, e non una data più o meno memorabile.. La nostra corte politica
>e la nostra comunicazione televisiva possono insultarci e vergognarsi di
>aver studiato alla Sapienza; chi rivendica come suoi antenati Epicuro e
>Lucrezio, Ipazia, Federico II e Giordano Bruno, Marx, Nietzsche e
>Bertrand Russell, oltre il mezzolaico Galileo degli scienziati fisici,
>torna a resistere e a riproporre un’Italia che non vuole essere più
>colonia di nessuno, e soprattutto di un pontefice del nulla.
>
>armando gnisci
>professore di letteratura
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