italian-studies: Scholarly discussions in any field of Italian studies
Ai colleghi ed alle colleghe della lista italian-studies, da Domenico Fiormonte... George
-----Original Message-----
From: Domenico Fiormonte [mailto:[log in to unmask]]
Sent: Sun 2003-04-13 23:58
To: [log in to unmask]
Cc:
Subject: Bacone e Campanella
Care colleghe, cari colleghi:
sto terminando la correzioni delle bozze di un lavoro che uscira' a
settembre ("Scrittura e filologia nell'era digitale") e nella prima
parte mi occupo del rapporto fra tecnologia e supporti, analizzando
le classiche opposizioni oralita'/scrittura, stampa/computer ecc.
Ho studiato molto i contributi di Paolo Rossi
e ho scoperto quanto Bacone sia importante per qualsiasi
studio sulle origini della tecnologia e l'emergere del paradigma del
determinismo tecnologico (da Marx a Leroi-Gourhan).
Ora pero' devo confessare la mia colpa, nonche' abissale
ignoranza: sono arrivato a Bacone solo molto tardi; il mio tramite,
essendo io un povero letterato, e' stato Campanella.
Il dilemma, che non saprei bene a chi esporre se non a questa lista
di italianisti-anglofoni e' il seguente: esistono prove o
testimonianze del fatto che Bacone avesse letto le opere scritte in
carcere da Campanella, in particolare il "De Monarchia Hispanica",
prima della stesura del Novum Organum?
Tra l'altro (ma la cosa c'entra solo indirettamente) nel "I filosofi
e le macchine", Rossi parla di entrambi ma non dice se C. avesse
letto o avuto notizia del NO.
Ho cercato anche in altri saggi, ma non ho potuto trovare riferimenti
diretti al rapporto frai i due pensatori.
La curiosita' risiede soprattutto in una paragrafo, che puzza assai
di baconiano (o e' il contrario!?), contenuto nell'incipit del "De
Monarchia Hispanica" (che fu steso intorno al 1600, cioe' prima del
NO); il passo e' questo:
"[...] Constat denique, quod, dum hostis & equis bella administrata
fuerunt, Galli, Gothi, & Longobardi; dum vero gladiis, Romani
imperium latius propagarunt. At postquam Astutia plus voluit
Fortitudine, inventaeque Typographiae, & Tormenta bellica, rerum
summa rediit ad Hispanos, homines sane impigros, fortes, & astutos."
Che fa il paio con il celebre paragrafo del Novum Organum (CXXIX):
"[...] Rursus, vim et virtutem et consequentias rerum inventarum
notare iuvat: quae non aliis manifestius occurrunt, quam in illis
tribus quae antiquis incognitae, et quarum primordia, licet recentia,
obscura et ingloria sunt: Artis nimirum Imprimendi, Pulveris
Tormentarii, et Acus Nauticae. Haec enim tria rerum faciem et statum
in orbe terrarum mutaverunt: primum, in re literaria; secundum, in re
bellica; tertium, in navigationibus: unde innumerae rerum mutationes
sequutae sunt; ut non imperium aliquod, non secta, non stella,
majorem efficaciam et quasi influxum super res humanas exercuisse
videatur, quam ista mechanica exercuerunt."
Sto leggendo le altre opere di Campanella alla ricerca di altri
riferimenti al binomio macchine-progresso, ma per ora non ho trovato
nulla.
Vi sarei percio' grato di qualsiasi indicazione che mi aiuti a fare
luce sulla questione o semplicemente ad approfondire il tema.
Grazie in anticipo
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Domenico Fiormonte
Professore a contratto di Informatica umanistica
Universita' di Roma Tor Vergata / Universita' di Roma La Sapienza
http://www.digitalvariants.org
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