Navigare su Internet apre le frontiere a nuovi rapporti umani
interpersonali e tuttavia va usato con le necessarie precauzioni e le
dovute regole imposte dall'adesione a un codice etico universale che
preveda il rispetto dell'altrui persona, della sua integrita' e della sua
liberta'.
Promuovere una tale filosofia della comunicazione non e' gesto retorico , e
si spera, non inutile.
Il mondo e' ancora preoccupantemente lontano da ogni orizzonte autentico di
pace e di riconciliazione. Le singole citta' e nazioni sono tuttora teatro
di violenza terroristica e settaria, di cui in questa sede non si intende
decidere l'origine e la natura.
La scena non muta. La violenza, che abbia o meno ragioni politiche,
religiose o ideologiche, e' sempre un atto di gratuita barbarie, teso a
confermare un solo ordine, quello del piu' forte; paradossalmente, infatti,
anche la violenza del ribelle e dell'oppresso, vale a dire, la violenza
piu' giusta, non vale che a confermare il potere e la legge
dell'oppressore, in quanto implica sempre e in primo luogo il sacrificio di
vittime innocenti.
Tristemente, dunque, anche nei casi in cui la violenza sia un atto di
genuino valore simbolico, un gesto di eloquente protesta, essa non fa che
sancire il fallimento sistematico di cui ancora oggi noi tutti ci
macchiamo , come umanita' nel nostro globale manifestarci reciproco,
dell'arte e dell'etica del dialogo.
(epassannanti, Oxford, 3 Marzo, 2001)
|